“Le Centenarie”, ovvero l’UPSN (unione Pizzerie Storiche Napoletane “Le Centenarie”) è composta dalle pizzerie napoletane che sono in attività da 100 anni o più e si prefigge l’obiettivo di salvaguardare la vera identità della pizza napoletana e di tutelarne le modalità di preparazione.
Costituita il 13 dicembre 2016, l’UPSN “Le Centenarie” mette insieme la storia di tante famiglie napoletane da sempre dedite, con la loro attività, a diffondere e a difendere il concetto di vera pizza napoletana, unendo la tradizione con l’identificazione del popolo partenopeo con uno dei suoi prodotti più famosi nel mondo.
Il direttivo, recentemente rinnovato, è composto dal presidente Salvatore Antonio Grasso, Enrico Lombardi in qualità vicepresidente e Alessandro Condurro confermato segretario.
LE CENTENARIE
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Le Centenarie
Antonio Starita è stato nominato Presidente onorario, per dare continuità al lavoro iniziato nel 2016. L’attività dell’UPSN parte da un assunto: il cibo è cultura e, in particolare, la pizza è il piatto popolare per eccellenza, capace di unire naturalmente persone di differente provenienza allo stesso tavolo.
Da qui l’idea di portare avanti attività benefiche e culturali legate all’attualità, con un occhio di riguardo per la storia di Napoli, le sue tradizioni e la tutela del ricordo dei tempi di cui queste pizzerie e le famiglie sono state testimoni dirette.
Tale sinergia, che porta le pizzerie più antiche di Napoli a fare rete, guarda anche al presente e al futuro con azioni sul sociale quali, ad esempio, raccolte fondi in favore di enti locali e nazionali.
PIZZERIA CAPASSO
La Pizzeria Capasso è situata sotto la meravigliosa cornice dell’arco di Porta San Gennaro, la più antica porta di Napoli e unico accesso alla città dal lato nord, decorata in alto da un affresco di Mattia Preti, risalente al XXVII sec.
La storicità della pizzeria, le cui origini risalgono ufficialmente al 1847, è legata alla famiglia Lieto, e precisamente a Pasquale Lieto, che già nel 1778 aveva iniziato la sua attività di “friggitore” (come all’epoca venivano chiamati i pizzaioli) in un basso di Via Santa Maria la fede. Una tradizione, quella della famiglia Lieto, che si è contraddistinta anche per la presenza di una donna pizzaiola, Adele, dal cui matrimonio con Giovanni Capasso, nel 1908, discendono le ultime tre di ben sette generazioni di pizzaioli.
I locali della pizzeria hanno conosciuto tanta storia, ma anche tanta vita raccontata sul piccolo e sul grande schermo. Al loro interno, infatti, per oltre sei mesi sono state girate le scene di Gomorra. Uno dei suoi proprietari storici, Vincenzo Capasso, oltre ad essere stato il più anziano pizzaiolo di Napoli, lavorando fino a 90 anni, è stato interprete di Cutolo nel film “Passione”, scelto dallo stesso John Turturro nella sede della pizzeria. Tra i suoi clienti più illustri ci sono stati Totò e i fratelli Taranto.
PIZZERIA DA MICHELE
Nel 1870 la famiglia Condurro diede origine a una lunga tradizione di maestri pizzaioli nel cuore del centro di Napoli. Michele Condurro, figlio di Salvatore, perfezionò l’arte familiare, imparandone i segreti dai famosi maestri di Torre Annunziata, esperti nella lavorazione della pasta e della cottura della pizza. Michele aprì la prima pizzeria nel 1904, dove sorge la nuova palazzina dell’ospedale Ascalesi, la cui costruzione lo costrinse a cambiare sede. Nel 1930, infatti, la pizzeria fu spostata nell’attuale locale di Via Cesare Sersale, definito da molti esperti e giornalisti “il tempio sacro della pizza”.
Da allora, cinque generazioni di maestri pizzaioli continuano l’attività del fondatore, nel rispetto della tradizione e tenendo fede alle indicazioni di Michele, che volle la pizza napoletana solo nei gusti marinara e margherita, senza l’aggiunta di ‘Papocchie’ che ne alterano il gusto e la genuinità̀, conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. Il segreto di questo duraturo successo sono l’utilizzo di ingredienti naturali e l’impiego dell’antico e collaudato metodo di lievitazione della pasta.
L’antica pizzeria da Michele si pone l’obiettivo di produrre e diffondere la propria pizza tradizionale napoletana in tutto il mondo, rispettando la storia del piatto simbolo di Napoli, dell’intero made in Italy e l’eredità della famiglia Condurro.
PIZZERIA LOMBARDI 1892
Errico Lombardi, capostipite della famiglia, già nel 1892 possedeva un locale in via di Porto, l’attuale Via De Pretis. Nel 1902, lo stesso Errico, partì alla volta del nuovo mondo in cerca di fortuna, insieme al fratello Antonio e al cugino Gennaro. Di lì a breve, quest’ultimo fondò a Little Italy la storica pizzeria Lombardi’s. Intanto, in assenza del padre Errico, uno dei figli, Luigi, iniziò a friggere pizze fritte in un basso e a venderle per il centro storico, per portare avanti la famiglia. Al ritorno del padre dagli Stati Uniti, i due aprirono una pizzeria alla Pietrasanta. Dal 1929 Errico si spostò in Via Foria, dove la tradizione della famiglia Lombardi è continuata fino ad oggi. In particolare, risale al 1947 il nuovo progetto nel locale di via Foria, uno dei primi ad unire sotto un’unica insegna le attività di pizzeria e ristorante. Negli anni sono stati conservati alcuni elementi già presenti nel locale nelle prime fasi della sua apertura, come il pavimento in ceramica vietrese e le colonnine in marmo ai lati dell’ingresso. Tra gli aneddoti che meritano di essere ricordati c’è quello secondo cui Benedetto Croce abbia avuto un ruolo nella scelta di una delle sedi del centro storico della pizzeria. Si racconta che Croce amasse particolarmente le pizze fritte prodotte dai Lombardi, tanto da intercedere con la Chiesa per permettere al giovane Luigi di ottenere un piccolo locale nel Campanile di Santa Chiara, dove poter friggere e vendere le sue pizze.
PIZZERIA MATTOZZI
La pizzeria Mattozzi fa parte di quel gruppo ristretto di antichi locali, nati tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, che hanno conservato e tramandato, di generazione in generazione, l’arte della pizza napoletana. Fu Antonio La Vecchia a fondare la pizzeria a Piazza Carità nel 1833, con il nome di “Le stanze di Piazza Carità”. Il locale era frequentato da molti intellettuali dell’epoca, tra i quali Francesco De Sanctis, uno dei più importanti letterati e pensatori del XIX secolo.
Il locale fu gestito dalla famiglia Mattozzi fino al 1959, quando venne acquistato da Alfredo Surace, che dal 1930 lavorava come direttore di sala nella pizzeria. Alfredo Surace trasmise ai propri figli, Franco e Lello, l’amore e la passione per il mestiere del pizzaiolo, che ancora oggi è presente e visibile nella gestione di Paolo Surace, che fa parte della quarta generazione ed è l’attuale proprietario della pizzeria. La pizzeria Mattozzi, con impegno e sacrifici, ha investito molto per tutelare la vera pizza napoletana e far sì che potesse diffondersi nel mondo, contribuendo ad esportare ovunque questo prodotto, ma preservandone le caratteristiche peculiari. Non a caso, nel 1984, Lello Surace è stato uno dei promotori della nascita dell’Associazione Verace Pizza Napoletana finalizzata a portare avanti proprio questa mission, contribuendo al riconoscimento UNESCO del 2017, anno in cui l’arte del pizzaiolo è rientrata nel Patrimonio immateriale dell’umanità.
PIZZERIA STARITA A MATERDEI
La pizzeria Starita inizia la sua storia nel 1901. Nato come cantina, sul finire degli anni ‘40 del Novecento, il locale diventa luogo di degustazione, non solo di vini, ma anche di cibi tradizionali, tanto da trasformarsi, nel corso del tempo, in trattoria, pizzeria e friggitoria. È proprio come friggitoria che nel 1954, il locale offre supporto logistico, con le attrezzature e la manodopera, alle riprese del film “L’oro di Napoli” (Vittorio De Sica, 1954), in cui Sofia Loren veste i panni di una pizzaiola bella e adultera. Ancora oggi, in una delle sale, è possibile notare il forchettone e la schiumarola che la famosa attrice maneggiava nel vicolo nella scena del film. Negli anni a seguire, con la terza generazione, il locale si specializza sempre di più come pizzeria, proseguendo nella direzione della migliore tradizione della pizza napoletana, ma proponendo anche rivisitazioni che, attraverso nuovi accostamenti di ingredienti, creano le pizze definite “Specialità”, tra cui la “Marinara Starita”, preparata con pomodoro, origano, aglio, un pizzico di pepe, pomodorino datterino (unico ingrediente non napoletano, ma siciliano), olio, parmigiano e, in questa particolare versione, anche il basilico. Ancora oggi Starita si conferma una tra le pizzerie più Pop di Napoli, con un lungo elenco di artisti e personaggi famosi che non perdono occasione di gustare le specialità della casa, non solo a Napoli, negli storici locali di Materdei, ma anche a Milano, Torino e New York.
PIZZERIA TRIANON
La pizzeria Trianon fu fondata nel 1923 da Ciro Leone e sua moglie Giorgina De Somma. I due coniugi nati e cresciuti nel quartiere di Forcella, ancora molto giovani e alle prime esperienze, decisero di aprire la pizzeria in via Pietro Colletta, nei pressi del loro quartiere natio, e vicino al teatro Trianon, che ispirò il nome del locale.
All’epoca il teatro Trianon era molto noto e lì si esibivano i migliori artisti, non solo del panorama locale, ma anche nazionale. Molti furono, infatti, i personaggi, come Totò, Macario e Nino Taranto, che uscendo dal teatro si fermavano a gustare una prelibata e fumante pizza “a ruota di carretto”, così chiamata per le sue grandi dimensioni.
La pizzeria Trianon, che oggi si sviluppa su tre piani, continua la sua produzione nel rispetto della tradizione, prestando particolare attenzione alla qualità dei prodotti, a partire da quello principale, il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio Dop, direttamente coltivato dalla famiglia. Una tradizione che è portata avanti con fierezza dalle generazioni che si sono succedute fino ad oggi e che vede i proprietari in prima linea nel processo produttivo, sin dalla preparazione dell’impasto.
PIZZERIA UMBERTO
La storia del ristorante-pizzeria Umberto ha inizio nel 1916 con Ermelinda e Umberto di Porzio, che fondarono a via Alabardieri, nel cuore della zona di Chiaia, la piccola trattoria “Don Umberto”.
I due coniugi proponevano una cucina semplice, con piatti tipici della tradizione napoletana, preparati con prodotti genuini. Il locale nel 1926 divenne anche una pizzeria, che ben presto fu ampiamente apprezzata anche da clienti di altri quartieri.
Da più di un secolo la famiglia Di Porzio, ormai giunta alla quarta generazione, gestisce il locale con esperienza, professionalità e passione, portando avanti la tradizione gastronomica partenopea.
Il locale attualmente è composto da molte sale, che hanno un arredamento moderno e curato, e ospita varie attività come laboratori enogastronomici, corsi, ma anche mostre d’arte.
PIZZERIA CAFASSO A FUORIGROTTA
La storia della pizzeria Cafasso inizia nel 1953 nel moderno quartiere di Fuorigrotta. La pizzeria nata col nome Capasso, ben presto cambiò il nome perché Giuseppe decise di mantenere il cognome originario della famiglia e non quello del padre che era stato deformato in una trascrizione errata del Comune di Napoli.
Le pizze che Ugo ama preparare sono quelle della tradizione, quelle tramandate dai suoi antenati, la margherita e la marinara, anche se non gli dispiace fare delle rivisitazioni. Una passione quella di Ugo che contagia il figlio Stefano, che sin dai tempi della scuola, nel periodo estivo frequentava la pizzeria per dare una mano guadagnandosi la paghetta e imparando il mestiere. Dopo aver conseguito il diploma nel 1997, Stefano cominciò la sua avventura dietro il bancone di pizzaiolo. Da allora esercita il mestiere sotto la guida di papà Ugo e di zio Antonio.
Oggi, nei locali di Via Giulio Cesare, dopo 68 anni di attività, la pizzeria Cafasso in un ambiente semplice e familiare, si attesta come uno dei luoghi cult dedicati all’antica specialità.
PIZZERIA GORIZIA
La storia della Pizzeria Gorizia inizia il 20 agosto 1916, quando Salvatore Grasso rilevò la pizzeria da Luigi Mattozzi che l’aveva aperta in via Bernini 29 molto tempo prima, addirittura nel 1890. Nel 1932 l’annessione alla pizzeria del locale adiacente permise di allargare le proposte anche a piatti della cucina tradizionale.
L’inaugurazione dei nuovi locali fu curata dal duca Pironti, proprietario dell’immobile. La presenza del duca permise di far scoprire la pizzeria alla nobiltà e alla borghesia vomerese.
Molte le frequentazioni importanti del locale: il Calcio Napoli, quando si giocava al Collana, così come pure gli attori del vicino teatro Diana, i politici e i personaggi celebri. Soliti frequentatori erano Totò ed Eduardo De Filippo, solo per citare i nomi tra i più noti del mondo artistico e culturale napoletano.
Oggi Salvatore Antonio Grasso è il quarto Salvatore che succede nella generazione familiare delle pizzerie. Fedelissimo alle tradizioni, eppure amante dell’innovazione, Salvatore ha saputo adeguarsi ai tempi mantenendo sempre il legame con le origini e la tradizione.
ANTICA PIZZERIA PORT'ALBA
La storia dell’Antica Pizzeria Port’Alba ha inizio nel lontano 1738. Molti sono stati i nomi illustri che hanno frequentato la pizzeria, da Re Ferdinando di Borbone a Francesco Crispi, Antonio Cardarelli, Benedetto Croce, Gabriele D’Annunzio, Salvatore Di Giacomo. Ferdinando di Borbone detto Re Nasone era solito recarsi in pizzeria, travestito con barba e abiti popolani, per mangiare la pizza col pomodoro e la mozzarella e per ascoltare la voce del suo popolo.
Agli inizi del Novecento Andrea Luciano sposa la sorella di Francesco Ambrosio dando inizio a una lunga convivenza delle due famiglie nella conduzione della pizzeria. Nascono intanto i cugini Michele e Gennaro rispettivamente da Andrea e Francesco. Michele dopo un iniziale periodo lavorativo vissuto nella pizzeria decide di abbandonare per coltivare la sua passione di ebanista. Suo figlio Vincenzo invece inizia da piccolo a lavorare con Gennaro Ambrosio.
Per l’impegno nel lavoro gli viene conferita l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica. Il figlio Gennaro, attuale conduttore della storica pizzeria si emoziona nel ricordare la figura paterna come quella di un uomo umile, generoso e gran lavoratore. Fedele alle tradizioni insegnategli dal padre, è tra i maestri dell’impasto fatto a mano, con un solo impasto con una ridotta dose di lievito di birra aggiunto al criscito per una lievitazione di dodici ore, tutti fattori che rendono la pizza di Port’Alba non solo buonissima ma anche digeribilissima. Gennaro per questo ha ricevuto molti riconoscimenti e ha girato il mondo come docente e ambasciatore internazionale dei segreti della pizza.
ANTICA PIZZERIA CIRO 1923
La storia della Antica Pizzeria Ciro 1923 inizia nel 2005 quando Giorgio Moffa apre il locale sullo splendido lungomare Caboto di Gaeta. Ma la vera storia della famiglia Moffa affonda le sue radici molto più indietro nel tempo, in via Pietro Colletta a Napoli nella storica pizzeria Trianon di Napoli fondata da Ciro Leone con la moglie Giorgina De Somma. Carmine Moffa abitava di fronte alla pizzeria Trianon, al terzo piano di via Cesare Sersale nel palazzo dove oggi si trova la pizzeria Michele. Nel quartiere conobbe Immacolata Leone. I due giovani si sposarono nel 1956.
Come da consuetudine, anche Carmine Moffa dovette imparare l’arte del pizzaiolo. Immacolata e Carmine ebbero cinque figli: Pinuccio, Ciro, Rosaria, Giorgio e Marco. Seguendo la tradizione di famiglia, Ciro e Giorgio figli di Carmine Moffa, dopo aver vissuto nella pizzeria Trianon sin da ragazzi imparando la dura arte del pizzaiolo a suon di rimproveri del nonno, aprirono nel 1987 il Trianon Chiaia nei pressi di Piazza Amedeo.
Ma Giorgio Moffa aveva già qualche anno prima deciso di spostarsi tra Formia e Gaeta, e così nel 2005 apre la pizzeria che ancora oggi sforna pizze come le voleva il nonno Ciro Leone, di forma perfettamente rotonda. Una vita emozionante quella di Giorgio Moffa, una storia, la sua, che affonda le radici in una Napoli ancora ricca di valori e che ha come protagonista un imprenditore nato a Forcella che insieme al compianto fratello Ciro è stato in grado di portare la pizza sempre più in alto vestendola di notorietà, sciccheria e idee lungimiranti da tramandare alle generazioni future.
PIZZERIA DA GENNARO
La pizza da Gennaro inizia nel 1884 con Dello Buono Generoso che faceva il rosticciere a Secondigliano ed era sposato con una Mattozzi. Con Del Buono Umberto ben sei generazioni di pizzaioli si sono impegnati nella conduzione della pizzeria. In particolare Gennaro si distinse anche per il suo ingegno costruendo un forno a legna che non aveva bisogno di canna fumaria in quanto provvedeva al riciclo dell’aria con un sistema di sua invenzione. Un vero ingegnere che sosteneva che la costruzione di un forno deve seguire regole precise basate su calcoli matematici dei volumi e delle proporzioni tra le grandezze del pavimento, della cupola e dell’apertura del forno. Sosteneva con ragione che a Napoli non esistevano persone capace di realizzare un buon forno a legna per la cottura della pizza.
In un articolo su Il Mattino, che fa bella mostra di se nel locale, Sandro Compagnone racconta come era nata la storia della costruzione dei forni senza che gli fosse stata insegnata da alcuno: “Avevo dodici anni e sentivo parlare di Ernesto Agliarulo”. A Gennaro subentra il figlio Maurizio che insieme al figlio Claudio continua la tradizione di famiglia in un bellissimo locale nel cuore del popoloso quartiere di Secondigliano. Dal primo locale con pochi tavolini di Corso Secondigliano 383, Maurizio ha spostato le attività in un locale moderno e ampio. Maurizio ci tiene molto al suo lavoro, che fa così come gli ha insegnato il padre e come quest’ultimo ha imparato a sua volta da suo padre. Egli sostiene che il vero segreto di una buona pizza stia tutto nel lavoro artigianale basato sulla preparazione della pasta con le sole mani, sulla cottura nel forno a legna adeguatamente costruito e sull’uso di prodotti selezionati di qualità.
PIZZERIA CIRO A SANTA BRIGIDA
La storia della pizzeria Ciro a Santa Brigida inizia nel 1930 quando Carmine Pace e Rosa Cuomo aprirono il locale nella strada che da Via Toledo sbuca di fronte Castel Nuovo. La storia della famiglia Pace era iniziata da molto tempo prima, come testimoniato da documenti della seconda metà dell’Ottocento in cui compare un pizzaiolo di nome Ferdinando Pace che opera a S. Gaetano e che ebbe due figli, Carmine che fece nascere la pizzeria Ciro a S. Brigida, e Raffaele che dopo una breve esperienza nei pressi della Caserma Garibaldi in via Foria, espatriò in America facendo perdere le sue tracce.
Nel 1930 inaugurarono il locale che ha resistito fino al 2020 quando ha chiuso. Alla fine degli anni Settanta, Carmine, figlio di Ciro, Antonio Pace, figlio di Vincenzo e Lino Stendardo, figlio di Nunzia, succedevano definitivamente alla guida dell’azienda dove avevano già da lunghi anni prestato la loro collaborazione al fianco dei rispettivi genitori dai quali avevano appreso l’arte della ristorazione. Antonio Pace conserva tanti ricordi di quel periodo felice della sua vita.
Oggi Antonio Pace è presidente dell’AVPN, l’Associazione Verace Pizza Napoletana, da lui fondata nel 1984 per difendere un prodotto tutto napoletano dalle tante mistificazioni del mondo. Con Antonio l’associazione ha aperto una scuola di formazione in una bellissima struttura che si sviluppa sui pendii della collina di Capodimonte, con due aule con tavoli in marmo per la preparazione della pizza e molti forni per cuocerla. Antonio ha anche attivato una convenzione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II per certificare la qualità dei vari prodotti: dalla farina ai pomodori san marzano, alla mozzarella e infine all’olio.
REMIAM (ex OPS) – CUP B63D18000360007
Progetto cofinanziato dall’Unione Europea, dallo Stato Italiano e dalla Regione Campania, nell’ambito del POR Campania FESR 2014-2020 POR FESR CAMPANIA 2014-2020 Asse 1 – Ricerca e Innovazione – Obiettivo specifico 1.2 “Rafforzamento del sistema innovativo regionale e nazionale” Azione 1.2.2 “Supporto alla realizzazione di progetti complessi di attività di ricerca e sviluppo su poche aree tematiche di rilievo e all’applicazione di soluzioni tecnologiche funzionali alla realizzazione delle strategie di RIS3” “Distretti ad alta tecnologia, aggregazioni e laboratori pubblico privati per il rafforzamento del potenziale scientifico e tecnologico della Regione Campania”